In un mondo sempre più globalizzato, dove le lingue e le scritture si mescolano e si reinventano, la Mongolia si distingue con un sistema di scrittura che è molto più di un semplice alfabeto: è un vero e proprio simbolo di identità, eleganza e storia. Se pensiamo alla Mongolia, immaginiamo spesso le vaste distese di steppa, i cavalli selvaggi e l’antica figura di Gengis Khan, ma dietro queste suggestioni si cela una tradizione calligrafica unica e affascinante, che parla di un popolo fiero e del suo legame con il passato.
La scrittura tradizionale mongola, nata nel XIII secolo, è un capolavoro di estetica e funzionalità. Adottata dai mongoli dall’alfabeto uiguro, questa scrittura si sviluppa in verticale, scorrendo dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, un modo insolito e sorprendente di leggere e scrivere che la rende subito riconoscibile. Ogni carattere cambia forma in base alla posizione nella parola, un dettaglio che conferisce al testo un ritmo fluido e dinamico, quasi un’opera d’arte in movimento. Non è solo un mezzo di comunicazione, ma un vero e proprio elemento di stile, una firma visiva della cultura mongola che ha accompagnato per secoli la letteratura, la religione e la storia di questo straordinario popolo.
Il Novecento, però, ha segnato una svolta radicale. Sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, la Mongolia ha abbandonato il suo alfabeto tradizionale per abbracciare il cirillico. Con l’intento di modernizzare il paese e facilitare l’alfabetizzazione, il nuovo sistema scrittorio, più semplice e lineare, ha preso il posto della complessa e raffinata calligrafia verticale. Oggi il cirillico è la scrittura ufficiale, quella che vediamo sui giornali, sui cartelloni pubblicitari, nelle scuole.
Ma come in ogni grande storia di stile che si rispetti, la tradizione fa il suo ritorno. Negli ultimi anni, in un’epoca in cui le radici culturali tornano a essere un potente segno di distinzione, la scrittura mongola tradizionale sta vivendo una vera e propria rinascita. I giovani, gli artisti e le istituzioni si impegnano per riscoprire e valorizzare questo sistema unico, non solo come strumento di comunicazione, ma come espressione di identità, orgoglio e bellezza. Mentre in Mongolia Interna, la regione autonoma cinese abitata dai mongoli, la scrittura verticale rimane viva e ufficiale, in Mongolia questa calligrafia diventa un trend culturale, un ponte tra passato e futuro.
Questa vicenda linguistica racconta molto della storia della Mongolia stessa: un mix di tradizione e innovazione, di influenze esterne e orgoglio interno, di praticità e raffinata estetica. E non mancano tentativi più audaci e curiosi, come l’esperimento negli anni Trenta con l’alfabeto latino, che non ha però mai attecchito.
In un mondo dove la moda si fa anche cultura, e dove ogni segno, ogni tratto, racconta una storia, il sistema di scrittura mongolo rappresenta un capitolo affascinante e poco conosciuto. È la scrittura di un popolo che, con la sua verticalità elegante e la sua storia millenaria, continua a scrivere il suo futuro con uno stile unico.
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